Vittorio Demicheli, epidemiologo che da anni segue le campagne vaccinali e i loro esiti, ha annunciato le sue dimissioni dall'incarico di vicedirettore della sanità piemontese. Demicheli ha dichiarato di aver fatto questa scelta per “motivi personali”, sebbene da tempo circolino notizie circa sue divergenze con il direttore regionale Renato Botti. I contrasti riguarderebbero in particolare l’applicazione del piano vaccini nazionale 2016-2018 da poco approvato che ha portato a raddoppiare il budget da 300 a 600milioni.
Nel 2015 Demicheli era intervenuto sul tema delle vaccinazioni con parole assai critiche nei confronti delle ingerenze dell’industria farmaceutica: “Se qualche volta le autorità sanitarie rispondessero di no a quel che l’industria propone, ci guadagnerebbero in credibilità”.
Inoltre in un articolo scritto nello stesso anno l'epidemiologo metteva in questione l’inclusione nel piano nazionale di vaccini come l’HPV per i maschi, il rotavirus per i neonati, l’herpes zoster agli anziani e il vaccino contro la varicella allo scopo di debellarla. Dubbi che si aggiungevano ad altri già espressi in precedenza sui vaccini contro meningite meningococcica B e infezioni da pneumococco sull’anziano, dubbi ai quali non era stata data risposta da parte delle autorità competenti. Demicheli aggiungeva anche che “il calendario del piano coincide oggettivamente con il 'calendario per la vita' sponsorizzato dalle industrie del farmaco”.
A queste affermazioni aveva fatto seguito la pronta risposta di coloro che avevano partecipato alla stesura del piano. I firmatari non entrano nel merito delle questioni di sanità pubblica sollevate da Demicheli ma si limitano ad etichettare come falsa e pericolosissima l’affermazione riguardante la possibile interferenza dell’industria produttrice di vaccini nell’elaborazione del calendario vaccinale riservandosi di “adottare, nei confronti del Demicheli, tutte le iniziative necessarie, anche giudiziarie in sede civile e penale, per tutelare la propria reputazione lesa dalle dichiarazioni in oggetto”.
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