Il presidente dell’Enpaf, Emilio Croce, rimarrà per un altro quadriennio alla guida della cassa di previdenza dei farmacisti. A riconfermarlo, assieme al vicepresidente Paolo Savigni, il nuovo consiglio di amministrazione dell’ente, insediatosi ieri a poco più di dieci mesi dalle elezioni che il 19 gennaio scorso ne avevano rinnovato i componenti. Del cda fanno parte Domenico Dal Re, Luigi D’Ambrosio Lettieri, Giuseppe De Filippis, Paolo Diana, Pasquale Imperatore, Francesca Kretly (in rappresentanza del ministero del Lavoro e delle Politiche sociali), Nando Minnella (in rappresentanza del ministero della Salute), Maurizio Pace (delegato Fofi) e Giovanni Puglisi. Compongono invece il Collegio sindacale Rosanna Russoniello (in rappresentanza del ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali), Luigina Maurizi (in rappresentanza del ministero dell’Economia e delle Finanze), Luciano Maschio e Romeo Salvi, cui vanno aggiunti i due componenti supplenti Silvio Di Giuseppe e Massimo De Fina. Nel Comitato esecutivo, al quale partecipano di diritto il presidente e il vicepresidente dell’Enpaf, figurano invece Paolo Diana, Pasquale Imperatore e Giovanni Puglisi.
«Di fronte a noi abbiamo sfide difficili» dichiara il presidente Croce «tenuto conto che la ripresa dell’occupazione nel nostro Paese ha toccato solo in parte la nostra professione; tuttavia, grazie a quanto seminato nel precedente quadriennio, abbiamo oggi la possibilità di realizzare, con il prossimo bilancio di previsione 2018, le misure del welfare allargato ricomprese nel Regolamento di assistenza recentemente approvato, tra cui gli interventi di assistenza sanitaria integrativa per grandi eventi, la tutela degli infortuni e la Long Term Care, senza oneri a carico di tutti gli iscritti».
«Siamo consapevoli» continua Croce «che è necessario riportare al centro del confronto con le diverse anime della categoria anche il progetto di riforma del nostro assetto previdenziale. Le difficoltà passate dell’ente non vanno dimenticate, oggi abbiamo l’onere di trovare soluzioni concrete in un contesto patrimoniale solido che abbiamo l’obbligo di mantenere a garanzia delle prestazioni attuali e future».