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POLITICA SANITARIA

Antibiotico-resistenza, farmacisti e medici in prima linea. Mandelli (Fofi): “Tornare ai fondamentali”

Scritto da CYBERMED NEWS
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Se vale la regola che il cliente ha sempre ragione non è la stessa cosa se, questo, è anche un paziente che deve procurarsi e assumere un farmaco. Il problema ce l’hanno i farmacisti a cui spesso vengono chiesti farmaci, anche antibiotici, senza ricetta e i medici bypassati dalle cure ‘fai da te’. “Nel momento in cui il timore per la diffusione dei batteri resistenti agli antibiotici suscita un giustificato allarme, è bene ripartire, per così dire, dai fondamentali. Il messaggio è semplice - ha annunciato il presidente della Federazione degli Ordini dei Farmacisti Italiani, Andrea Mandelli dopo che, nei giorni scorsi, il National Institute for Clinical and Healthcare Excellence (NICE) britannico ha pubblicato le nuove linee guida per il trattamento delle angine, cui di solito ci si riferisce come ‘mal di gola’, dicendo a chiare lettere che il ricorso agli antibiotici è inutile - anche se si ha in casa un antibiotico avanzato da una precedente occasione, assumerlo in queste circostanze è inutile e, anzi, controproducente, così come non ha senso insistere con il medico, o il farmacista, per ottenere questi medicinali che sono dispensabili solo dietro prescrizione. Poi è evidente che se la situazione peggiora, il disturbo si prolunga oltre i sette giorni o ai sintomi locali si aggiunge una situazione di malessere generale è fondamentale ricorrere al medico. Questi possono sembrare episodi di importanza minore, ma è proprio dall’impiego scorretto degli antibiotici per condizioni molto diffuse che viene alimentato il fenomeno dei cosiddetti superbatteri”, ha aggiunto il presidente Fofi.

Il NICE, ha raccomandato di ricorrere ad antinfiammatori e analgesici, per contrastare i sintomi dolorosi, medicinali che sono disponibili anche senza ricetta. “Gli antibiotici sono inutili perché nella maggioranza dei casi - conclude Mandelli - anche faringiti e tonsilliti sono dovute a virus, e non a batteri, e poi perché, anche quando si tratta di infezioni batteriche, il ricorso all’antibiotico cambia di poco l’evoluzione del disturbo. Se generalmente i sintomi si risolvono in sette giorni, con l’assunzione del farmaco, dicono gli studi, il decorso si abbrevia di poche ore. In compenso si corre il rischio di selezionare una popolazione batterica capace di sopravvivere all’azione dell’antibiotico”.
 
http://www.federfarma.it/Edicola/Filodiretto/VediNotizia.aspx?id=16368&titolo=Antibiotico-resistenza,-farmacisti-e-medici-in-prima-linea

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