Le due più importanti società scientifiche europee Escmid (European society of clinical microbiology and infectious diseases) e Esicm (European society of intensive medicine) si sono unite nell'alleanza Antarctica (Antimicrobial resistance critical care) per contrastare la resistenza antimicrobica nelle unità di terapia intensiva.
L'iniziativa è stata presentata dalla Società italiana di terapia antinfettiva (Sita) a Santa Margherita Ligure. Come spiegano gli infettivologi, l'obiettivo è sensibilizzare gli operatori delle terapie intensive sull'uso razionale degli antibiotici.
Negli ospedali dell'Ue fino al 50% degli antibiotici vengono usati in modo eccessivo o inappropriato. In Europa il consumo di antibiotici specifici per il trattamento delle infezioni multiresistenti è raddoppiato tra il 2010 e il 2014. L'Italia è uno dei Paesi dove si registra il loro maggior consumo (27,8 dosi ogni 1.000 abitanti al giorno).
Secondo l'Organizzazione mondiale della Sanità, agli attuali tassi di incremento delle antibiotico-resistenze da qui al 2050, i "superbug" saranno responsabili di almeno 10 milioni di decessi annui diventando la prima causa di morte per il mondo. Già oggi in Europa, ci sono ogni anno 4 milioni di infezioni da germi antibiotico-resistenti con 25.000 morti (nel mondo sono circa 700.000).
“La resistenza agli antibiotici – ha affermato il dottor Tedros Adhanom Ghebreyesus, Direttore Generale dell’OMS - è una crisi globale che non possiamo ignorare. Se non affrontiamo questa minaccia con azioni forti e coordinate, la resistenza antimicrobica ci riporterà indietro, a quando le persone temevano infezioni comuni e rischiavano la vita a seguito di piccoli interventi chirurgici”.
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