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POLITICA SANITARIA

Carenza di medicinali, il Parlamento Ue chiede ricette urgenti

Scritto da CYBERMED NEWS
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“Assicurare gli approvvigionamenti nell'interesse del paziente, garantire l'accesso ai trattamenti medici per tutti i pazienti dell'UE e ripristinare l'indipendenza sanitaria europea". È questo il diktat contenuto nella Risoluzione approvata dal Parlamento Europeo sulle "carenze di medicinali" che prende le mosse dal Rapporto approvato a metà luglio dalla commissione del Parlamento europeo per l’Ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare (ENVI). Nel mirino dei parlamentari europei le cause profonde del fenomeno ricorrente delle carenze di medicinali notoriamente aggravato dalla crisi sanitaria determinata dalla pandemia di Covid-19.

"La carenza di medicinali è una grave minaccia per il diritto alle cure mediche essenziali per i pazienti nell'UE, in quanto provoca disuguaglianze tra i pazienti in base al paese di residenza e può creare perturbazioni del mercato unico" sottolinea la risoluzione riaccendendo i riflettori sulla necessità di riportare ripristinata la disponibilità e accessibilità dei farmaci riportandone la produzione in Europa.
“La risoluzione del Parlamento UE arriva nel momento giusto», commenta Enrique Häusermann, Presidente di Assogenerici. «Siamo già al lavoro con l’Agenzia Italiana del Farmaco per garantire un sistema di gestione del fenomeno delle carenze e delle indisponibilità sempre efficace nel tutelare la continuità di cura per i pazienti e nel garantire un sistema di controlli e monitoraggio più preciso, evitando appesantimenti burocratici ma avendo come faro la soluzione alle cause reali dell’indisponibilità di farmaci in talune aree terapeutiche. E’ anche attraverso questa collaborazione istituzionale - conclude Häusermann - che potremo affrontare efficacemente il fenomeno, per fortuna molto limitato nel nostro Paese”.
"A causa della delocalizzazione della produzione - si legge nel documento approvato ieri a Bruxelles - il 40 % dei medicinali finiti commercializzati nell'Unione proviene da paesi terzi, il che si traduce in una perdita di indipendenza dell'Europa sul piano sanitario. Sebbene l'Europa abbia una solida impronta produttiva, la catena di approvvigionamento fa ricorso massiccio a subappaltatori all'esterno dell'UE per la produzione delle materie prime in considerazione del costo del lavoro inferiore e della presenza di norme ambientali meno rigorose, facendo sì che dal 60 all'80 % dei principi attivi dei medicinali venga fabbricato al di fuori dell'Unione, segnatamente in Cina e in India”, tanto che “oggi questi due Paesi producono il 60 % del paracetamolo, il 90 % della penicillina e il 50 % dell'ibuprofene di tutto il mondo".
Tra le sottolineature anche il fatto che ad oggi "l'accesso limitato ai principi attivi necessari per la produzione di medicinali generici pone una sfida particolare" e che "la perturbazione della catena di approvvigionamento globale derivante dalla pandemia di COVID-19 ha messo ancor più in risalto la dipendenza dell'UE dai paesi terzi nel settore della sanità". Di qui il pressante invito alla Commissione UE ad "adottare rapidamente le misure necessarie ridurre la dipendenza dell'UE nei confronti dei paesi terzi”: bisogna "elaborare una mappatura dei siti di produzione dell'UE nei paesi terzi e una mappatura in evoluzione, da utilizzare come riferimento, dei siti di produzione esistenti e potenziali nell'UE, per poter sostenere, modernizzare e rafforzare le loro capacità” rincarano i parlamentari Ue.
 
https://www.federfarma.it/Edicola/Filodiretto/VediNotizia.aspx?id=21695&titolo=Carenza-di-medicinali,-il-Parlamento-Ue-chiede-ricette-urgen
 

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